Come poter beneficiare della riduzione dell’IMU, che consente di pagare solo il 75% dell’imposta dovuta
Il proprietario deve assicurarsi di rispettare tre requisiti sostanziali. La mancanza anche di uno solo di essi può portare il Comune a negare l’agevolazione.
L’IMU (Imposta Municipale Propria), è la principale imposta patrimoniale sugli immobili in Italia, nata con l’istituzione dell’ICI nel 1992 e poi cambiata nel tempo fino alla forma attuale. Nel corso degli anni, il legislatore ha introdotto numerose agevolazioni, esenzioni e riduzioni, chiamate bonus IMU, con l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale per specifiche categorie di immobili o particolari situazioni.
Il presupposto è la stipula di un contratto di locazione a canone concordato, secondo quanto previsto dalla Legge. Il contratto deve essere redatto utilizzando gli appositi modelli definiti dagli accordi territoriali e deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Il canone di affitto non può essere deciso liberamente, ma deve rientrare nelle fasce di oscillazione stabilite dagli accordi territoriali, firmati a livello locale dalle principali organizzazioni di categoria di proprietari e inquilini.
Per tutti i contratti stipulati dopo il 30 marzo 2017 senza l’assistenza diretta delle associazioni di categoria, è diventato obbligatorio allegare al contratto un’attestazione di conformità.
L’attestazione di conformità è un certificato rilasciato da almeno una delle organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo territoriale (es. Sunia, Sicet, Uniat per gli inquilini; Confedilizia, Uppi, Appc per i proprietari). Un documento fondamentale. L’attestazione certifica che il contenuto del contratto, sia per la parte economica (il canone) sia per quella normativa, è pienamente conforme a quanto previsto dall’accordo locale.
Senza questa attestazione, per i contratti che la richiedono, il Comune può legittimamente disconoscere il diritto alla riduzione dell’IMU. Prima del 2019, la legge non era chiara e molti Comuni, nei loro regolamenti, imponevano l’obbligo di presentare la dichiarazione IMU per comunicare il possesso dei requisiti, pena la decadenza dal beneficio. La soluzione è arrivata con il Decreto Crescita che ha stabilito in modo inequivocabile che il proprietario è esonerato dall’obbligo di presentare la dichiarazione IMU e da qualsiasi altro onere di comunicazione per poter usufruire di questa specifica agevolazione. Essendo una norma di legge nazionale, prevale su qualsiasi regolamento comunale contrario.
Per stabilire l’ammontare dell’IMU, si calcola l’IMU lorda: si prende la base imponibile dell’immobile (rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente di 160) e si applica l’aliquota deliberata dal Comune per i contratti a canone concordato e si ottiene l’imposta annua. A questo importo si applica la riduzione del 25%. In pratica, si calcola il 75% dell’imposta lorda, e quello è l’importo da versare.
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