Che cosa succede se ci offendono pesantemente sui social network? Dipende dai casi ma possiamo denunciare.
Ormai i social network sono diventati terreno di battaglia quotidiana e quelli che ormai si definiscono “leoni da tastiera”, ogni giorno mietono vittime più o meno inconsapevoli. Ma come funziona la legge in questi casi?

Persone che si svegliano la mattina con l’intento di offendere più utenti possibili, come una malattia. Oppure semplicemente uomini e donne che usano i social network per diffamare gli altri e togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ma attenzione perché la legge ha le sue normative e si rischia anche il carcere nei casi più gravi. Partiamo dall’inizio. La diffamazione è un reato che avviene quando una persona offende la reputazione di un’altra in sua assenza, rendendo il contenuto diffamatorio visibile a terzi.
Sui social media, la diffamazione diventa molto pericolosa. Piattaforme come Facebook, Instagram o Twitter, permettono di raggiungere rapidamente centinaia o migliaia di persone, amplificando così il danno. La legge italiana considera la diffamazione online come un’aggravante rispetto alla diffamazione tradizionale, proprio a causa della capacità virale di internet.
Diffamazione sui Social: la legge non ammette sconti, c’è anche il carcere
La diffamazione sui social media può presentarsi in vari modi: commenti offensivi come insulti, accuse infondate e contenuti offensivi pubblicati su un post, foto o video.

Ma anche post e articoli denigratori, ovvero contenuti creati appositamente per screditare una persona o un’azienda. Diffamare è anche la diffusione di notizie false: pubblicazione di fake news o affermazioni senza prove che danneggiano l’immagine e la reputazione di qualcuno. Gravissimi anche i messaggi privati condivisi pubblicamente: conversazioni private rese pubbliche con intento denigratorio. La legge italiana punisce la diffamazione online in modo severo.
L’articolo 595 del Codice Penale punisce la diffamazione, aggravandola se avviene tramite mezzi di comunicazione di massa, come appunto i social media. Diffamare una persona online può portare a sanzioni più elevate rispetto alla diffamazione classica.
Le pene previste per la diffamazione sui social media possono includere: multa fino a 1.032 euro per diffamazione semplice, reclusione da sei mesi a tre anni se la diffamazione è aggravata, come quella online appunto. Oltre alle sanzioni penali, il diffamato può richiedere anche un risarcimento danni in sede civile. I risarcimenti possono essere molto elevati, specialmente quando il danno d’immagine comporta una perdita economica.
Se si è vittima di diffamazione sui social media, la prima cosa da fare è raccogliere prove con screenshot dei commenti, post o messaggi denigratori. Conservare gli URL specifici dei contenuti diffamatori. Se possibile, conservare copie dei messaggi diffamatori ricevuti tramite chat o messaggistica privata. Dopo aver raccolto le prove, il passo successivo è tentare di far rimuovere il contenuto utilizzando le opzioni di segnalazione del social network.
Se la rimozione volontaria non è possibile o se il danno è rilevante, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto penale e diffamazione.